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Concerto Finale dello Stage
Sabato 10 Luglio ore 21:30
Parco Villa Bernini Buri  - S. Michele Extra - Verona
INGRESSO LIBERO

musica di Giannantonio Mutto
libretto di Valentino Perera
immagini di Alessandra Dallo e Giovanni Signori
 illustrazioni e scenografia di Manuel Malesani
 regia di Giovanni Signori
 maestro del coro Valentino Perera
 preparatori d’orchestra Stefano Gentili, Carlo Miotto

M° Concertatore e Direttore Stefano Gentili


FACCIAMO L'ITALIA UNITA CON LA MUSICA


Dalla feconda collaborazione con il compositore veronese Giannantonio Mutto e con il Teatro dei Vaganti nasce l'opera composta per lo Stage "VILLA BURI MUSICA 2010". Si tratta di un'opera per coro e orchestra, voci e azione scenica, per la regia di Giovanni Signori con la proiezione di fotografie d'epoca e di illustrazioni di Manuel Malesani, che ha curato anche la scenografia. L'ideazione e il montaggio della proiezione è a cura di Alessandra Dallo.

L’ispirazione iniziale dell’opera musicale immagina che ai diversi colori della bandiera italiana si associno diverse coloriture musicali, a richiamare la ricchezza dei nostri territori, delle nostre lingue, delle nostre popolazioni, con l’auspicio che il cammino unitario del nostro paese sia fertile terreno di pace e di prosperità. L’opera assume però nel complesso un più ampio significato, sottolineando l’importanza dell’impegno giovanile per un esteso ideale di libertà e di democrazia.
La musica prevede importanti interventi per l’orchestra e per strumenti solisti, ma anche la presenza di cori a più voci e di voci soliste. L’esordio è una marcetta per ottavino, alla quale si sovrappone il rullante, poi altre percussioni, e infine l’orchestra, prima in modo disomogeneo, poi sempre più ordinato in un’Ouverture di respiro ampio e arioso, quasi una marcia concorde verso un comune ideale. Si immagina un Quarantotto di moti distanziati e mal organizzati, che diventa pian piano una coscienza unitaria sempre più  omogenea e strutturata.
La canzone “Barricate” parte su un ritmo di tango, a rappresentare la passione giovanile: voci, rulli, suoni, canti si compongono nel grido finale: Libertà.
Con la sua “Suite italiana” Giannantonio Mutto fa l’Italia unita dalla musica. Da un’accurata ricerca è nata una composizione tutta orchestrale nella quale si rincorrono canzoni e danze popolari di tutte le regioni d’Italia: una dichiarazione d’amore per i volti, la gente, i territori, le melodie che ci caratterizzano agli occhi del mondo intero. E’ come un viaggio nella Bella Italia, che inizia dal Nord secondo antiche consuetudini; parte dai valichi delle montagne (ed ecco Tapum, antico canto di minatori divenuto in seguito struggente canto di trincea), per scendere danzando nella vasta pianura padana (Piemontesina) fino al mare: a Venezia, con La biondina in gondoleta; a Genova, con Ma se ghe penso allôa mi veddo o mâ, canzone degli emigranti liguri.
Dalla Sardegna la commozione di Non potho reposare conduce alla canzone del primo colore: “Verde”. E’ un momento di respiro nella terra italiana: campagne, fiumi e torrenti, montagne, dirupi, terra coltivata, paesi e fattorie e case e borghi e castelli e ville e parchi…
Dalla pianura emiliana un’antica danza conduce ad un canto popolare toscano. Poi uno stornello romano introduce la canzone “Bianco”, una riflessione sull’anima, lo spirito, l’arte e la cultura.
La suite riprende con i canti popolari del Sud, che richiamano aspra fatica di lavoro (i raccoglitori di olive in Abruzzo con Amara terra mia), amore e morte e passione per l’assolata terra e le sue donne: a Napoli con una gioiosa tarantella appositamente composta da Mutto e brani famosissimi come Fenesta ca lucive, Chist'è 'o paese d' 'o sole, Tammurriata nera, fino in Calabria con Calabrisella, e infine in Sicilia con Ciuri ciuri e Vitti ‘na crozza.
La canzone del terzo colore, “Rosso”, è un vulcanico, quasi futuristico inno al progresso, ai motori e al movimento, animato dalla forza purpurea del fuoco e dalla passione di uomini, popoli e colori.
“Libertà” è una canzone per soli e coro, più moderna, nata dalla suggestione di cantautori come Gaber, che esprime il valore dell’impegno per una vita senza catene.
Conclude l’opera il corale "Costituzione”, sui testi più significativi della nostra carta costituzionale.
“VERDE.BIANCO.ROSSO.“ è un canto d’amore alla Patria, una Patria che per ciascuno è fatta di qualcosa di diverso: terra, lavoro, arte, cultura, libertà dalle offese della vita, amore, desiderio senza fine, promessa di futuro.